2014-12-09 17:35:15 VaderII: articles from Article Submission Directory - Easy Article Submit
2014-12-09 17:35:15 VaderII: articles from Article Submission Directory - Easy Article Submit
2014-12-09 17:35:16 Mattia:
2014-12-09 17:35:16 Diablo:
2014-12-09 17:35:16 GigaB: crisi di domanda. Il che significa che si produce (uso "produrre" in senso lato, ovviamente so benissimo che le economie avanzate sono fatte per almeno i 2/3 di servizi) piu' di quello che si vende.
Infatti siamo in deflazione, per un banale meccanismo di domanda/offerta (tanta offerta, poca domanda). Fino a qui ci siamo tutti, no?
Detto, questo, e' chiaro che il problema della scarsita' di beni disponibili non si pone neanche, semmai il problema sono i magazzini pieni!
Per cui, una politica economica espansiva, anche una classicamente keynesiana (cioe' monetizzazione di spesa pubblica per l'acquisto di beni e servizi) non produrrebbe effetti inflattivi significativi fino a quando la domanda di beni e servizi non superasse l'offerta.
Ora, posto che siamo appunto in deflazione e abbiamo un discreto output gap (cioe' capacita' produttiva inutilizzata, perche' l'imprenditore se non si aspetta di vendere non produce per riempire il magazzino), hai voglia a stampare!
C'e' poi un altro aspetto da considerare: in genere, i governatori delle Banche Centrali e i consulenti economici dei governi non sono dei pazzi maniaci votati alla tistruzione ti Monto, ma economisti competenti ed esperti perfettamente in grado di calcolare di quanta spesa (e relativa emissione di moneta) c'e' bisogno per raddrizzare l'economia di un Paese. In una situazione di crescita sostenuta, per dire, potrebbe non esserci affatto bisogno di monetizzare alcunche'.
Esiste effettivamente un problema di coordinamento delle istituzioni monetarie con quelle politiche: vista l'ideologia dominante, quella per cui la spesa pubblica e' improduttiva "per definizione" (Paolo Mieli dixit), ed i salari vanno tenuti bassi perche' quello e solo quello e' il modo per essere competitivi, i governi sono restii a fare quello che servirebbe veramente, cioe' non solo interventi spot (come lo stimulus di Obama) e salvataggi bancari/aziendali ma una vera e propria politica dei redditi che consenta di stabilizzare la domanda e renderla molto meno dipedente dal debito, pubblico o privato che sia.
Il modo e' uno solo (ma nessuno ne vuole parlare): la domanda deve essere finanziata prevalentemente dai redditi privati, cioe' essenzialmente i salari. Anche qui, c'e' un solo modo di assicurarlo, cioe' fare si' che i salari reali (salario nominale + inflazione) tengano il passo con la produttivita'.
Quando questo non succede per un periodo troppo lungo, si accumulano i debiti (pubblici e/o privati) e prima o poi sia arriva giocoforza ad una crisi. Tenete conto che nella maggior parte dei Paesi europei i salari reali crescono meno della produttivita' piu' o meno dai primi anni '80 e capirete perche' non ne stiamo ancora uscendo 6 anni dopo Lehman Brothers.]]>
2014-12-09 17:35:16 Cacavale:
2014-12-09 17:35:16 Paztso:
2014-12-09 17:35:16 Diablo: non funziona perche' non puo' funzionare.
Bisogna che la politica fiscale sia coordinata ad essa (ecco perche' la banca centrale indipendente e' un problema): per uscire da una crisi di domanda (come quella attuale) c'e' bisogno di politica monetaria espansiva e politica fiscale espansiva (cioe' piu' spesa pubblica e/o meno tasse, a seconda delle circostanze) allo stesso tempo. Cosi' gli USA sono usciti dalla Grande Depressione, cosi' l'Europa occidentale ha ricostruito dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale.
Il problema internazionale effettivamente esiste, nel senso che gli USA si stanno rompendo gli zebedei di tirare la carretta dei consumi mondiali da soli.
Cio' che desta preoccupazione da quelle parti non e' tanto la spesa pubblica (che tanto si finanzia a tassi ridicoli, chi pone l'accento su questo aspetto lo fa per motivi ideologici e/o propaganda elettorale) quanto il fatto che mantenere i tassi bassi per incentivare i consumi interni (visto che l'Europa non assorbe come dovrebbe) li espone al rischio di una nuova bolla finanziaria di qualche tipo, e ne hanno gia' avute 2 in meno di 15 anni (New economy e subprime).]]>
2014-12-09 17:35:16 VaderII: Social Magazine scritto da geek.
2014-12-09 17:35:16 Baz:
2014-12-09 17:35:16 Cris5:
2014-12-09 17:35:16 Marcello:
2014-12-09 17:35:16 Baz: Currently No Article
2014-12-09 17:35:16 GigaB: crisi di domanda. Il che significa che si produce (uso "produrre" in senso lato, ovviamente so benissimo che le economie avanzate sono fatte per almeno i 2/3 di servizi) piu' di quello che si vende.
Infatti siamo in deflazione, per un banale meccanismo di domanda/offerta (tanta offerta, poca domanda). Fino a qui ci siamo tutti, no?
Detto, questo, e' chiaro che il problema della scarsita' di beni disponibili non si pone neanche, semmai il problema sono i magazzini pieni!
Per cui, una politica economica espansiva, anche una classicamente keynesiana (cioe' monetizzazione di spesa pubblica per l'acquisto di beni e servizi) non produrrebbe effetti inflattivi significativi fino a quando la domanda di beni e servizi non superasse l'offerta.
Ora, posto che siamo appunto in deflazione e abbiamo un discreto output gap (cioe' capacita' produttiva inutilizzata, perche' l'imprenditore se non si aspetta di vendere non produce per riempire il magazzino), hai voglia a stampare!
C'e' poi un altro aspetto da considerare: in genere, i governatori delle Banche Centrali e i consulenti economici dei governi non sono dei pazzi maniaci votati alla tistruzione ti Monto, ma economisti competenti ed esperti perfettamente in grado di calcolare di quanta spesa (e relativa emissione di moneta) c'e' bisogno per raddrizzare l'economia di un Paese. In una situazione di crescita sostenuta, per dire, potrebbe non esserci affatto bisogno di monetizzare alcunche'.
Esiste effettivamente un problema di coordinamento delle istituzioni monetarie con quelle politiche: vista l'ideologia dominante, quella per cui la spesa pubblica e' improduttiva "per definizione" (Paolo Mieli dixit), ed i salari vanno tenuti bassi perche' quello e solo quello e' il modo per essere competitivi, i governi sono restii a fare quello che servirebbe veramente, cioe' non solo interventi spot (come lo stimulus di Obama) e salvataggi bancari/aziendali ma una vera e propria politica dei redditi che consenta di stabilizzare la domanda e renderla molto meno dipedente dal debito, pubblico o privato che sia.
Il modo e' uno solo (ma nessuno ne vuole parlare): la domanda deve essere finanziata prevalentemente dai redditi privati, cioe' essenzialmente i salari. Anche qui, c'e' un solo modo di assicurarlo, cioe' fare si' che i salari reali (salario nominale + inflazione) tengano il passo con la produttivita'.
Quando questo non succede per un periodo troppo lungo, si accumulano i debiti (pubblici e/o privati) e prima o poi sia arriva giocoforza ad una crisi. Tenete conto che nella maggior parte dei Paesi europei i salari reali crescono meno della produttivita' piu' o meno dai primi anni '80 e capirete perche' non ne stiamo ancora uscendo 6 anni dopo Lehman Brothers.]]>
2014-12-09 17:35:16 Diablo: non funziona perche' non puo' funzionare.
Bisogna che la politica fiscale sia coordinata ad essa (ecco perche' la banca centrale indipendente e' un problema): per uscire da una crisi di domanda (come quella attuale) c'e' bisogno di politica monetaria espansiva e politica fiscale espansiva (cioe' piu' spesa pubblica e/o meno tasse, a seconda delle circostanze) allo stesso tempo. Cosi' gli USA sono usciti dalla Grande Depressione, cosi' l'Europa occidentale ha ricostruito dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale.
Il problema internazionale effettivamente esiste, nel senso che gli USA si stanno rompendo gli zebedei di tirare la carretta dei consumi mondiali da soli.
Cio' che desta preoccupazione da quelle parti non e' tanto la spesa pubblica (che tanto si finanzia a tassi ridicoli, chi pone l'accento su questo aspetto lo fa per motivi ideologici e/o propaganda elettorale) quanto il fatto che mantenere i tassi bassi per incentivare i consumi interni (visto che l'Europa non assorbe come dovrebbe) li espone al rischio di una nuova bolla finanziaria di qualche tipo, e ne hanno gia' avute 2 in meno di 15 anni (New economy e subprime).]]>
2014-12-09 17:35:16 Marcello: